Veneto

Ceratoichthys pinnatiformis

Scheletro completo di pesce su lastra

Descrizione

Il reperto risale alla parte superiore dell’Eocene inferiore (circa 49 milioni di anni fa), e appartiene alla Collezione Baja. Nel 1969, il paleontologo Jacques Blot lo definì il più bello e meglio conservato esemplare conosciuto della specie, grazie anche alla conservazione perfetta ed integra delle sue lunghe pinne. Sebbene a prima vista possano sembrare due individui distinti, il fossile è in realtà costituito da parte e controparte dello stesso esemplare, conservate su due lastre.

Per la sua straordinaria bellezza ed eleganza, questo carangide fossile è considerato uno dei simboli del giacimento della Pesciara di Bolca, sito paleontologico italiano di fama mondiale, noto fin dal 1550 e caratterizzato da una straordinaria biodiversità. Dal sito nel corso degli ultimi secoli si sono descritti oltre 280 nuovi taxa di pesci.

Ceratoichthys è un pesce osseo piuttosto raro nell’ittiofauna bolcense, rappresentato da non più di sette esemplari noti a oggi. La prima illustrazione della specie si trova in un lavoro di Giovanni Serafino Volta del 1796 e rappresenta il logo ufficiale della Società Paleontologica Italiana.

Il genere Ceratoichthys, a tutti gli effetti icona della paleontologia italiana, è dedicato alla famiglia Cerato i cui membri per circa due secoli sono stati impegnati nell’attività di estrazione dei fossili dei giacimenti a Bolca.

Classificazione e confronto dimensionale

Regno: Animalia

Phylum: Chordata

Classe: Actinopterygii

Ordine: Carangiformes

Famiglia: Carangidae

Genere: †Ceratoichthys

Specie: †Ceratoichthys pinnatiformis
Blainville, 1818

  • ERA: Cenozoico
  • PERIODO: Paleogene
  • EPOCA: Eocene
  • ETÀ: Ypresiano (56-47,8 Ma)

Durante l’Ypresiano si verificarono due importanti eventi di riscaldamento climatico: il Massimo Termico Paleocene-Eocene, con un aumento delle temperature di 5–8 °C, e l’Optimum Climatico dell’Eocene Inferiore, il più prolungato periodo caldo del Cenozoico. Questi eventi provocarono profondi cambiamenti nella biodiversità, in particolare tra i produttori primari marini

Museo Civico di Storia Naturale di Verona

Numero di catalogo:
MSNV T.949 e T.950

Galleria

Altro esemplare di Ceratoichthy pinnatiformis, esposto al Museo di Storia Naturale di Verona, che conserva il segno di una martellata data nel 1954 da Massimiliano Cerato, membro della famiglia che collaborava attivamente nell’estrazione dei fossili della Pesciara, per dimostrare a Jacques Blot l’autenticità del fossile. Il paleontologo francese era infatti convinto che l’esemplare fosse stato ricostruito per via delle strane pinne pettorali, ma nella rottura il reperto non presentò vecchie fratture, dimostrando così la straordinaria originalità del fossile.

Crediti imagini: Wikimedia commons

Per saperne di più:

  • Blot J. (1969). Le poissons fossiles du Monte Bolca classés jusqu’ici dans les familles des
    Carangidae, Menidae, Ephippidae, Scatophagidae. Studi e Ricerche sui Giacimenti Terziari di
    Bolca, 1: 1-525.
  • Carnevale G. (2020). I fossili di Bolca, icone della Paleontologia italiana. Geologicamente, 2:
    38-47.
  • Cerato M. (2011). Cerato. I pescatori del Tempo. 178 pp. Grafica Alpone Srl, San Giovanni
    Ilarione (VR).
  • Papazzoni C.A., Giusberti L., Carnevale G., Roghi G., Bassi D. & Zorzin R., eds. (2014). The Bolca
    Fossil-Lagerstätten: A window into the Eocene World. Rendiconti della Società Paleontologica
    Italiana, 4. 110 pp. Società Paleontologica Italiana, Modena.
  • Sorbini L. (1983). La collezione Baja di pesci e piante fossili di Bolca con descrizione di nuovi
    generi e nuove specie. 117 pp. Museo Civico di Storia Naturale, Verona.
  • Volta G.S. (1796). Ittiolitologia Veronese del Museo Bozziano ora annesso a quello del Conte
    Giovambattista Gazola e di altri gabinetti di fossili veronesi. 172 pp. Stamperia Giuliari, Verona.

Crediti e ringraziamenti

Un sentito ringraziamento per la condivisione del materiale multimediale utilizzato in questa pagina va al fotografo Francesco Sorbini di AgBr Italia.

Grazie anche al Dottor Roberto Zorzin e al Dottor Leonardo Latella del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, oltre che al Professor Luca Giusberti dell’Università di Padova, per il sostegno e la collaborazione.