Toscana

"Sandrone"

Oreopithecus bambolii

Lastra con scheletro di primate quasi completo

Descrizione

Questa scimmia antropomorfa, affine ai primati della famiglia Hominidae (gibbone, orango, gorilla, scimpanzé ed essere umano), rappresenta l’elemento di spicco delle faune endemiche che popolavano l’area del Tirreno settentrionale durante il Miocene Superiore.

La specie Oreopithecus bambolii fu istituita nel 1872 dal paleontologo francese Paul Gervais, sulla base di una mandibola di un individuo giovanile rinvenuta nella miniera di lignite di Montebamboli (Massa Marittima, Grosseto). Tuttavia, il nome Oreopithecus bambolii è indissolubilmente legato alla miniera di lignite di Baccinello (Grosseto) dove venne scoperto e recuperato uno scheletro in connessione anatomica, datato tra 8 e 7 milioni di anni fa. Questo esemplare fu rinvenuto all’interno di una lastra di lignite (nella foto, la copia della lastra originale) da cui sono state successivamente estratte le singole ossa e ricostruite quelle mancanti come alcune parti del cranio, della mandibola e delle mani.

La classificazione di questo primate ha suscitato a lungo un acceso dibattito scientifico. Oreopithecus mostra infatti caratteristiche morfologiche tipiche delle scimmie antropomorfe attuali, come gli arti anteriori più lunghi di quelli posteriori. Tuttavia, studi anatomici recenti hanno messo in luce  anche tratti compatibili con la locomozione bipede, osservabili nella morfologia del bacino, del femore, del piede, della mano e dell’orecchio interno.

Oggi molti studiosi ritengono che le marcate somiglianze con gli ominidi, affiancate da significative differenze, siano il risultato di un’evoluzione in ambiente insulare. Questo rende Oreopithecus bambolii una specie unica nel panorama evolutivo dei primati, un testimone di una linea evolutiva sviluppatasi in isolamento geografico.

Classificazione e confronto dimensionale

Regno: Animalia

Phylum: Chordata

Classe: Mammalia

Ordine: Primates

  Superfamiglia:Hominoidea

Genere: †Oreopithecus

Specie: †Oreopithecus bambolii
Gervais, 1872

  • ERA: Cenozoico
  • PERIODO: Neogene
  • EPOCA: Miocene
  • ETÀ: Tortoniano-Messiniano (11,6-5,3 Ma)

Baccinello, Comune di Scansano (GR)

Museo di Geologia e Paleontologia, Sistema Museale di Ateneo, Università degli Studi di Firenze (FI)

Numero di catalogo:
IGF11778

Galleria

Mandibola dell'olotipo del 1872 denominato IGF4335.
Ricostruzione delle ossa della mano anteriore sinistra dell'esemplare IGF11778 "Sandrone", Fossile Regionale.
Confronto tra la ricostruzione della mandibola di "Sandrone" (a sinistra) con quella dell'olotipo (a destra).
Ricostruzione del cranio facciale di "Sandrone" in connessione anatomica. In bianco le parti mancanti.

Ricostruzione tridimensionale del cranio di Oreopithecus “Sandrone”.

Su gentile concessione di Andrea Profico e Carlotta Zeppili dell’Università di Pisa.

L'angolo della paleoarte

The old one - Leonardo Sorbelli

Per saperne di più:

  • Cioppi E. & Rook L. (2010). I vertebrati continentali miocenici. In Monechi S. & Rook L. (eds.), Il
    Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze – Le Collezioni Geologiche e Paleontologiche 3,
    Florence University Press: 207-223.
  • Engesser B. (2000). Gli studi di Johannes Hürzeler sull’Oreopithecus e la storia del ritrovamento di
    «Sandrone». Atti del Museo di Storia Naturale della Maremma, 18: 7-23.
  • Rook L. (2016). Geopalaeontological setting, chronology and palaeoenvironmental evolution of
    the Baccinello-Cinigiano Basin continental successions (late Miocene, Italy). Comptes Rendus
    Palevol, 15: 825-836.
  • Salimei L. (2019). Miniera. https://vimeo.com/456219486. Coproduzione Orizzonti (Roma) e ProLoco
    Baccinello (GR).

Crediti e ringraziamenti

Un sentito ringraziamento per la condivisione del materiale multimediale utilizzato in questa pagina va a Luca Bellucci, Andrea Savorelli e Stefano Dominici dell’Università di Firenze e ad Andrea Profico e Carlotta Zeppilli dell’Università di Pisa, autori della scansione 3D.

Si ringrazia inoltre il Museo di Geologia e Paleontologia del Sistema Museale di Ateneo di Firenze per l’autorizzazione concessa all’uso del materiale per questo sito.